Università e False Narrazioni
L'Università non è una Gara
Il percorso universitario è spesso descritto come una gara dove vengono esaltate e messe in evidenza storie di particolare successo in termini di velocità e risultati.
L’estremo opposto di questo tipo di notizie sono i fatti di cronaca che scuotono dolorosamente le nostre vite.
La narrazione universitaria come percorso di eccellenza e riuscita è una narrazione che si discosta dalla realtà e ha come unico risultato quello di generare una pressione talvolta insopportabile.
Il percorso universitario è composto da tantissime cose, più importanti del numero degli esami dati e i relativi voti: è la costruzione di esperienze di vita, di relazioni, dei primi mattoni della nostra identità da adulti.
Cerchiamo quindi di avere una visione più attinente alla realtà.
Cominciamo da un assunto di base. Essere fuori corso è normale.
In totale il 44.3% dei laureati nel 2019 è fuori corso:
- il 39.0% dei laureati magistrali biennali è fuori corso.
- il 43.9% dei laureati di primo livello è fuori corso.
- il 56.6% dei laureati magistrali a ciclo unico è fuori corso.
Mediamente un anno “teorico” richiede agli studenti un tempo di 1.41 anni (praticamente un anno e cinque mesi)
E la media dei voti è davvero così alta?
Di seguito i voti medi di laurea e la media degli esami:
- per le lauree di primo livello sono rispettivamente 100.1 e 25.6
- per le lauree magistrali a ciclo unico sono rispettivamente 105.3 e 26.5
- per le lauree magistrali biennali sono rispettivamente 107.9 e 27.6
Perché parlare di salute mentale è così importante?
Non si tratta di fare allarmismo ma di fare prevenzione. Di generare attenzione attorno a tutti quei processi e fattori che contribuiscono, anche inconsapevolmente, a generare pressione, in particolare in certi contesti.
Nel 2013 è stata pubblicata sulla Rivista di Psichiatria la ricerca “Disagio mentale in un campione comunitario di giovani adulti: l’help- seeking in un modello generalista di salute mentale”.
Su un campione di 3446 studenti universitari italiani, le conclusioni riportano che:
“Il 46,8% del campione preso in esame ha ottenuto punteggi alla GHQ-12 ≥4, indicativi della presenza di un disturbo mentale non psicotico (…). Ciò non significa che tutti questi studenti siano realmente affetti da un disturbo mentale, ma che quantomeno si trovano in circostanze in cui una certa vulnerabilità, associata a fattori di stress ambientale.
Infatti, il 45,8% di questo sottogruppo ha sviluppato l’esigenza di ricevere un supporto psicologico o psichiatrico”.
“Gli studenti universitari possono essere a maggior rischio di sviluppare dei problemi di salute mentale perché sono spesso sottoposti a stress significativo, si trovano in un periodo di transizione e rientrano nella fascia di età associata al massimo picco di insorgenza dei disturbi mentali”
Bibliografia: “La salute mentale negli studenti di medicina: il progetto del Servizio di Aiuto Psicologico (SAP) dell’Università degli Studi di Torino”, 2020)
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